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Gli avevano dato 10 mesi di vita, adesso è guarito grazie alla Radioterapia del G.O.M. di Reggio Calabria

18 Agosto 2020


Fonte: "Gazzetta del Sud" del 15/08/2020

 

Seduto in uno degli ultimi banchi della grande Basilica, assorto nelle sue preghiere, ringrazia la Madonna Nera, particolarmente cara ai seminaresi e considerata taumaturgica dai fedeli, perché ha avuto salva la vita. Ai medici che lo hanno curato ha espresso la propria riconoscenza, con gli occhi increduli, quando gli hanno comunicato il responso.

Parliamo del seminarese A.R. al quale due anni addietro, neanche 50enne, era stato diagnosticato una forma di tumore molto aggressiva che, a parere degli specialisti di Milano, non gli avrebbe concesso più di dieci mesi; perciò lo avevano “licenziato” con una cura palliativa. E invece, tornato in Calabria, ci ha creduto e adesso può raccontare la sua completa guarigione.

A casa lo aspettano la moglie M.C., giovane avvocatessa, e i quattro figli. Nei loro occhi una gioia indescrivibile. A raccontare quella che per molti è una storia di speranza è proprio la donna, che nasconde a fatica l'emozione: «Dopo la visita cui è stato sottoposto mio marito all'Istituto Tumori di Milano - evidenzia - la diagnosi diceva che le possibilità di guarire erano veramente esigue. Dieci mesi di vita, questa era stata la sentenza. Nonostante tutto, non volevamo cedere alla disperazione».

Poi l'incontro con il dottor Said Al Sayyad, primario del reparto di Radioterapia del GOM di Reggio Calabria: «Le sue parole furono in grado di riaccendere in noi la speranza che mio marito potesse guarire da questo male, che lo stava annientando fisicamente e psicologicamente. Dopo aver studiato con cura gli esami a cui mio marito era stato sottoposto mi fece presente che sarebbero intervenuti con un trattamento radio- terapico, con scopo curativo e non palliativo. All'inizio di dicembre mio marito fu sottoposto alla Tac di centraggio, a seguito della quale fu elaborato un piano di trattamento dai medici della radioterapia e dal primario di Fisica sanitaria, il dottor Giuseppe Sceni. Sin dalle prime fasi di preparazione al trattamento radiante abbiamo potuto riscontrare che il reparto di radioterapia oncologica era molto organizzato. L'accoglienza è stata ottima, l'attenzione al malato e alla sua famiglia il loro pensiero costante. Nei mesi successivi fu sottoposto a una Pet e risonanza magnetica di controllo che ebbe esito negativo, la massa tumorale era stata eliminata e per lui iniziava una nuova vita. Adesso sta bene, ha ripreso a lavorare. Segue i nostri figli, è ritornato ad essere il perno della nostra famiglia».

La signora conclude: «Vorrei ringraziare tutto il personale del reparto di Radioterapia, dai medici agli infermieri passando per i tecnici. La loro dedizione ai pazienti è esemplare e dà prova del fatto che le eccellenze sono presenti anche nel nostro territorio, dando dimostrazione che non sempre affidarsi agli ospedali del Nord sia la scelta migliore».